Archivio eventi
In un mattino di primavera, a Mestre...
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IL GIARDINO DI VILLA ZAJOTTI SACCOMANI
Passeggiamo tra i suoi frondosi alberi, vialetti, pergole e prati che incorniciano la villa, le cui origini risalgono alla seconda metà del XVII secolo. Creato per la commedia settecentesca, un teatrino di verzura viene ancora conservato al suo interno, esempio oggi raro nel territorio veneziano.
Sabato, 27 aprile 2019 – ore 10.30
con Gabriella Bondi, paesaggista - architetto
Ritrovo alle ore 10.15 in piazza Carpenedo
davanti la chiesa parrocchiale.
Prenotazioni entro
il 10 aprile solo tramite email
con indicato un recapito cellulare
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Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Posti limitati, contributo organizzativo Euro 5,00 a persona.
A cura di Iva Scarpa, Presidente Associazione Culturale Mozaik – tel. 338 3435185
TUFFI NEL BLU: Festival tra storie e paesaggi d'acqua
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MOZAIK collabora a questo Festival con varie iniziative e la partecipazione di importanti esperti dello specifico settore, tema degli incontri, che vivamente ringraziamo. Gli eventi sono distribuiti tra le Biblioteche del Comune di Venezia. Sul sito, tutte le date, i titoli, i luoghi, i relatori.
Leggi tutto: TUFFI NEL BLU: Festival tra storie e paesaggi d'acqua
La Città Nello Specchio
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LA CITTA' NELLO SPECCHIO
Gorizia e Nova Gorica: insieme, divisi, insieme ...
domenica 28 maggio 2017 – in minibus
Itinerario curato da Leonardo Barattin,
mediatore culturale Viaggiare i Balcani e Mozaik
Gorizia ... chiamata la “Nizza austriaca” per l'abitudine dei funzionari imperiali in pensione di venirvi a trascorrere anni di serenità; città di provincia agiata, con un ceto borghese di spessore; comunità multilingue, capace di esprimersi in italiano, sloveno, tedesco e friulano. Uomini abituati al vario, al molteplice, in un ambiente mai diviso da confini. Questo erano Gorizia ed il suo territorio circostante prima che le battaglie della Prima Guerra Mondiale la radessero in gran parte al suolo, prima che il regime fascista imponesse che la sua pluralità divenisse italianità, prima che le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale la mutilassero, dividendo luoghi, separando famiglie e comunità intere con un filo spinato che isolava il vecchio centro urbano rimasto sotto la sovranità italiana e la nuova città sorta per impulso delle autorità jugoslave.